Il 21 Marzo il CdA di Retiambiente spa ha compiuto un passo importante, confermando la natura di società totalmente pubblica dell’azienda, in un’ottica di valorizzazione dei territori, delle esperienze e specificità di ogni singola area dell’ATO costiero.
L’Assemblea Ordinaria, convocata per esprimersi su fondamentali atti di indirizzo strategico, richiesti dal Consiglio di Amministrazione e necessari ad orientare l’attività sociale, si è espressa a maggioranza, concretizzando così l’inizio del percorso per la gestione unitaria dei rifiuti nella parte più a Nord della Toscana.
L’Assemblea, alla quale sono intervenuti 33 Comuni portatori dell’88,11% del capitale sociale, era chiamata ad esprimersi su tre “atti di indirizzo” riguardanti: la natura giuridica della Società, il modello di governance e le linee guida del piano industriale. Un ampio e dialettico confronto ha permesso di approfondire i temi in discussione e l’Assemblea ha quindi votato ed approvato le deliberazioni proposte dal CdA.
Il primo indirizzo strategico ha riguardato la natura giuridica della Società che il CdA ha proposto di trasformare, conseguentemente a quanto già indicato dall’Assemblea dell’ATO Toscana Costa nello scorso dicembre, in società in house providing, a capitale interamente pubblico, capace di proporsi per l’affidamento diretto della gestione del ciclo integrato dei rifiuti nell’ambito territoriale ottimale.
L’indirizzo è stato approvato con il 60% dei voti presenti (il 52,6% dell’intero capitale sociale) e permette a Retiambiente spa di superare definitivamente il percorso di parziale privatizzazione mantenendosi Società pubblica sulla quale i Comuni soci eserciteranno il “controllo analogo” richiesto dalle norme. Per realizzare tale obiettivo sarà modificato lo Statuto di Retiambiente spa, ancora adesso espressione di quello di una società mista pubblico-privata.
Il secondo indirizzo strategico è stato approvato con la stessa maggioranza (60% favorevoli, 38% contrari) ed impegna il CdA ad organizzare la governance societaria su un modello imperniato su una Capogruppo (Retiambiente spa) operativa industriale e più Società Operative Locali (SOL), controllate dalla Capogruppo e sulle quali potranno esercitare il “controllo analogo” i Comuni che ne riceveranno le prestazioni di servizio. Alla Capogruppo spetteranno le attività tipiche di una holding industriale (pianificazione strategica, finanza, gestioni impianti, politiche del personale, ICT, ecc.) mentre alle società operative locali spetterà la gestione di tutti i servizi di igiene urbana e ambientale e la raccolta dei rifiuti. A tal fine anche gli Statuti delle società controllate saranno aggiornati nella modalità in house providing.
Il terzo indirizzo, approvato dall’Assemblea con il 60% di voti favorevoli e il 25% di voti contrari (astenuti 15%) impegna la Società a redigere un piano industriale coerente con le indicazioni nazionali, regionali e dell’ATO Toscana Costa caratterizzando, comunque, l’azione di gestione della Società per lo sviluppo delle politiche di “economia circolare” orientate verso “rifiuti zero”.
«Dispiace – hanno commentato i Sindaci Del Ghingaro (Viareggio), Millozzi (Pontedera), Bacci (Collesalvetti), Franchi (Rosignano M.) e Menesini (Capannori) – che importanti soci, come Pisa e Livorno, abbiano votato contro la configurazione di Retiambiente spa in società pubblica in house providing e contro l’orientamento “rifiuti zero” del piano industriale. Avevamo inteso che questi obiettivi fossero condivisi da quei Comuni, ma dobbiamo registrare, invece, una sorprendente contrarietà. Ne siamo dispiaciuti e auspichiamo che, in futuro, anche quelle amministrazioni possano convergere sulle posizioni della maggioranza assembleare.»
Il Consiglio di Amministrazione, al termine dell’Assemblea, ha ringraziato i Soci per il prezioso dibattito svolto e per il mandato ricevuto che permetterà a Retiambiente spa di configurarsi come azienda totalmente pubblica, articolata per corrispondere al meglio le istanze delle comunità locali e vocata al raggiungimento di obiettivi industriali di economia circolare, per l’innovazione tecnologica, la crescita occupazionale e il contenimento dei costi.