“Una vera e propria politica per la casa strutturale, e non occasionale e marginale come è stata negli ultimi anni in Italia. Questo quello che il sistema delle aziende toscane di Edilizia Residenziale Pubblica chiede, alla luce dei dati che presentiamo oggi. Le famiglie toscane con ISEE inferiore a 16.500 euro nel 2022 erano oltre 300 mila, a fronte di un numero di alloggi ERP pari a 49.924 unità. Le nuove assegnazioni negli ultimi anni sono circa 1.000 all’anno a fronte di una domanda inevasa di 17.600 domande di famiglie. Per non parlare di chi non fa più domanda. Serve una corretta politica di welfare dell’abitare, per mettere al centro il mantenimento degli attuali alloggi e l’aumento del loro numero, accanto alle tradizionali misure di sostegno agli affitti e di gestione delle emergenze. Il disagio abitativo è uno dei principali problemi sociali attuali, sta aumentando di dimensione e riguarda tipologie di famiglie e individui molto diverse dal passato. A questo tipo di collettività ci dobbiamo rivolgere, e dobbiamo prestare aiuto”. Con queste parole Nicola Perini, Presidente di Confservizi Cispel Toscana, commenta i dati del rapporto Analisi del modello di gestione dell’ERP della Regione Toscana, realizzato dall’Associazione in collaborazione con l’istituto di ricerca Nomisma.
Il sistema ERP della Toscana è uno dei più avanzati in Italia: modello con proprietà comunale degli alloggi, livelli ottimali di organizzazione sovracomunale (LODE), aziende pubbliche in forma di società di capitali, finanziamento del servizio basato storicamente sul monte canoni e su fondi nazionale (ex Gescal) e regionali alimentati dalla fiscalità generale. “Ma come dimostra la ricerca di Nomisma – prosegue Perini – il sistema è da anni entrato in crisi con l’interruzione del finanziamento nazionale ex Gescal, non sostituito da altri fondi, e la più recente interruzione del fondo nazionale per la ristrutturazione degli alloggi di risulta. Una crisi destinata ad aggravarsi in pochi anni, fino a rendere insostenibile la gestione delle case popolari a causa di fattori negativi concomitanti: il numero decrescente degli alloggi a reddito per l’aumento degli alloggi di risulta sfitti per mancanza di finanziamento per le ristrutturazioni, la vendita degli immobili, il costante deterioramento di edifici vetusti, la maggior parte dei quali di costruzione anteriore agli anni ’70, l’aumento della morosità, l’incremento de prezzi medi di manutenzione (inflazione, età media degli immobili) e l’aumento dei costo del lavoro”. Di positivo, spiega ancora il presidente di Confservizi Cispel Toscana, la costruzione di pochi nuovi alloggi disponibili e alcuni finanziamenti quali Pinqua e PNRR, dedicati però solo agli efficientamenti energetici e sismici e non alle manutenzioni straordinarie e alla costruzione di nuovi alloggi.
Il sistema dunque rischia di collassare in pochi anni, con la progressiva riduzione della quota dei bilanci delle aziende destinati alla manutenzione straordinaria degli alloggi, la riduzione degli alloggi disponibili a fronte di una domanda in crescita, la riduzione di valore delle proprietà comunali. In sostanza, commenta ancora Perini, “una compromissione del servizio pubblico che il sistema ERP è chiamato a garantire”.
Il comparto industriale dell’ERP toscano appare in buona salute. Uno dei modelli più avanzati in Italia, come testimoniano i dati di Nomisma: le aziende toscane gestiscono quasi 50 mila unità abitative, l’89,5% delle quali è regolarmente assegnato, contrastano l’abusivismo (1,4% di occupazioni abusive) e il fenomeno degli alloggi sfitti (9,1%). Un settore che ha margini di miglioramento e di efficientamento ma che soprattutto deve avere una missione nuova, più chiara e coerente, come ricorda ancora Perini in conclusione: “Un nuovo modello di gestione delle case popolari è possibile. Molti paesi europei utilizzano un sistema diverso basato sulla definizione di un bonus mensile erogato dallo Stato ai gestori ERP, finanziato dalla fiscalità generale, e capace di coprire tutti i costi di gestione, manutenzione e costruzione di nuovi alloggi. La stima del valore di questo bonus fatta è di 350 euro ad alloggi al mese, contro un valore del canone attuale di 110 euro e un valore dei costi di gestione di circa 160 euro. Un tale meccanismo di finanziamento basato sul valore reale di costo di un alloggio ERP, consentirebbe di generare risorse per una vera e propria attività programmata di manutenzione straordinaria, efficientamento ed adeguamento sismico (140 euro al mese contro i 37 di oggi), oltre che ad avere le risorse disponibili per costruire nuovi alloggi, disporre di un servizio di mediazione culturale, adeguare le professionalità interne alle aziende”.
Per Luca Talluri, Coordinatore ERP di Confservizi Cispel Toscana e presidente di Casa Spa, “oggi emerge in modo evidente che la politica deve mettere l’abitare sociale pubblico tra le priorità. È necessario sia per rispondere alla domanda di alloggi, sia per salvare il servizio pubblico di edilizia presidenziale”.