Nel settore del servizio idrico integrato la Toscana si distingue come la migliore esperienza nazionale a favore degli utenti, in relazione alla qualità contrattuale, cioè in merito ai diritti a tutela dei consumatori. Lo stabilisce una ricerca svolta da “REF Ricerche” per conto del Laboratorio Servizi Pubblici Locali.
Il laboratorio di ricerca ha verificato che la disciplina della qualità contrattuale introdotta nel 2015 da ARERA aveva l’obiettivo di fornire su tutto il territorio nazionale un livello minimo del contratto a tutela dei cittadini nei confronti dei gestori del servizio idrico integrato.
Si doveva però tener conto delle grandi differenze tra le varie aree del Paese (Nord, Centro, Sud) e del riconoscimento da parte di alcuni gestori di standard più elevati e quindi più favorevoli ai cittadini-utenti, rispetto ai minimi indicati da ARERA. In questo senso il regolatore nazionale ARERA aveva previsto la possibilità di fissare standard migliorativi. Le gestioni che nel 2018 hanno previsto almeno uno standard migliorativo sono 26 e servono 14,8 milioni di abitanti, ovvero il 24% della popolazione italiana. Si tratta per lo più di realtà di maggior dimensioni localizzate nelle regioni del Centro-Nord.
Il numero di prestazioni migliorative garantite, rispetto al minimo standard, varia notevolmente: si passa da un ristretto numero (meno di 5) fino ad oltre 29 standard migliorativi sui 42 complessivi. A livello geografico, la maggior parte delle gestioni con standard migliorativi opera nel Centro Italia (ne beneficia il 71% della popolazione residente), segue il Nord (a beneficio del 22% degli abitanti residenti), mentre nel Mezzogiorno le gestioni che offrono standard migliorativi sono una eccezione (0,9% della popolazione residente). La regione Toscana si caratterizza come territorio all’avanguardia e coeso nel panorama nazionale, con standard migliorativi diffusi a tutte le gestioni operanti, grazie anche alla spinta data dall’Ente di governo d’ambito unico regionale, cioè dalla Autorità Idrica Toscana.
Il bilancio di questi dati si è potuto fare perché, già nel 2016, REF Ricerche aveva effettuato una ricognizione sulle carte del servizio delle gestioni attive nei Comuni Capoluogo di Provincia per valutare il punto di partenza e l’entità dello sforzo di adeguamento richiesto da ARERA ai gestori. Così in questo 2020, confrontando tale analisi con i livelli delle prestazioni raggiunti nel 2018, si osserva che numerose gestioni del Nord sono riuscite ad allinearsi agli obiettivi della regolazione, raggiungendo livelli di qualità contrattuale soddisfacenti. È il caso degli operatori che servono le città di Torino, Venezia, Pavia, Como, Mantova, Udine e Reggio Emilia.
Al Centro e nel Mezzogiorno la situazione è a luci e ombre. La regione Toscana, partendo da carte del servizio con standard alti, si è data obiettivi più sfidanti, come si è visto, assicurando anche un grado di rispetto elevato in gran parte del suo territorio. Anche nelle province di Roma e Frosinone, pur in presenza di un divario importante da colmare, gli Enti di governo d’ambito hanno indicato obiettivi più stringenti rispetto a quelli minimi nazionali, con buoni risultati.