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Giornata Mondiale dell’Acqua, De Girolamo: “In crescita i toscani che bevono l’acqua del rubinetto, ma si impongono nuovi investimenti”

“La continua crescita del numero dei fontanelli in Toscana è un risultato molto importante, frutto dello straordinario impegno messo dalle aziende in termini di investimenti e di progettazione; un traguardo anche ambientale importante, numeri che grazie al lavoro dei gestori del servizio idrico integrato sono destinati a crescere in maniera esponenziale”.
E’ sottolineando gli importanti dati relativi al consumo di acqua liscia e gassata di alta qualità erogata dai fontanelli, oltre 200, sparsi sul territorio regionale gestito dalle sette aziende toscane di gestione del servizio idrico integrato – Acque, Acquedotto del Fiora, Asa, Gaia, Geal, Nuove Acque, Publiacqua – che Alfredo De Girolamo, presidente di Confservizi Cispel Toscana interviene a commento della Giornata Mondiale dell’Acqua, ricorrenza istituita dall’Onu per celebrare il 22 marzo di ogni anno la risorsa idrica, che vede le aziende idriche associate a Confservizi Cispel Toscana impegnate in varie iniziative.

In Toscana sono ormai più di 200 i fontanelli di alta qualità, alcuni eroganti anche acqua raffreddata e gasata, un numero che sommato ai fontanelli da interno e alle case dell’acqua quasi raddoppia. Questi fontanelli hanno erogato solo nel 2015 oltre 120 milioni di litri di acqua, che hanno fatto risparmiare circa oltre 60 milioni di bottiglie di plastica e in totale circa 30 milioni di euro l’anno dalle tasche dei toscani.  “Numeri in crescita – prosegue De Girolamo – grazie all’ingente mole degli investimenti realizzati: il costo per realizzare questi fontanelli ammonta a oltre 6 milioni di euro, mediamente la realizzazione di un fontanello costa tra i 10.000 e i 40.000 euro. Il progressivo aumento dei fontanelli ha contribuito a far crescere il numero dei toscani che beve ormai l’acqua del rubinetto, molto sicura poiché sono mediamente oltre 300.000 all’anno i controlli che vengono fatti sulla qualità e la sicurezza dalle aziende e dalla ASL: si può stimare che la percentuale di chi preferisce l'acqua dell’acquedotto ha superato il 53%, un ulteriore balzo in avanti rispetto al 40% che era stato rilevato nel 2009 e anche rispetto al 44% del 2010 e al 51% del 2014” commenta De Girolamo.

I numeri positivi non fermano gli investimenti delle aziende toscane, destinati ad aumentare per offrire ai cittadini un servizio sempre migliore e di alta qualità: “Nel 2016 gli investimenti saliranno a quasi 230 milioni di euro per l’ammodernamento delle reti acquedottistiche, di fognatura e depurazione, oltre che per nuove case dell’acqua dove i cittadini potranno approvvigionarsi. Numeri che testimoniano come la Toscana risponda alle esigenze richieste dal servizio idrico a livello regionale, soprattutto visto come i cambiamenti climatici in atto stanno sempre più frequentemente portando a fenomeni che producono problemi sia nel campo della difesa del suolo che del rischio idrogeologico – alluvioni, frane, smottamenti – con risvolti gravi in campo idrico come la scarsità di acqua nei periodi di siccità e inadeguatezza della rete fognaria in caso di flash flood. Questa situazione è destinata a peggiorare in futuro, e sarà necessario fare altri investimenti per garantire l'approvvigionamento idrico anche in anni aridi, e per adeguare le reti fognarie”.
 

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