“La proposta che presentiamo oggi consente di raggiungere gli obiettivi di riciclaggio al 65% del totale dei rifiuti urbani al 2030, in anticipo rispetto alle scadenze previste dalla UE; consente di recuperare altra materia ad oggi non contabilizzabile nel riciclo (fino al 4%), di ridurre il conferimento in discarica sotto il 10% e di recuperare energia del 22% dei rifiuti. Intendiamo assumerci le nostre responsabilità, potenziando le filiere del riciclo, migliorando la comunicazione e la qualità dei servizi, innovando e realizzando nuovi impianti, per un investimento globale di circa 1 miliardo di euro in 10 anni”. Con queste parole Alfredo De Girolamo, Presidente di Confservizi Cispel Toscana, commenta la proposta industriale per la gestione dei rifiuti e il raggiungimento degli obiettivi di economica circolare presentata oggi a Firenze al Fuligno alla presenza tra gli altri dell’Assessore all’Ambiente della Regione Toscana Federica Fratoni e al quale è intervenuto in videocollegamento il presidente di Confindustria Toscana Alessio Marco Ranaldo. Una proposta condivisa con le aziende, validata dal supporto del Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale dell’Università di Firenze e illustrata dal Prof. Claudio Lubello. “Chiediamo a tutti di fare la propria parte – prosegue De Girolamo – dalle imprese che producono beni ed oggetti destinati a diventare rifiuti, alle aziende che riciclano”.
Una proposta valida sia per quanto riguarda le filiere del riciclo che per quanto riguarda la gestione dei rifiuti non riciclabili e gli scarti del riciclo, da cui estrarre il valore energetico e in piccola parte da conferire in discarica. “L’economia circolare ha bisogno di certezze nella gestione delle code di processo, e la Toscana è una regione grande ed importante e non ha senso immaginare di esportare questi flussi di rifiuti. Sarebbe da irresponsabili” continua De Girolamo.
Un richiamo al quale fa eco anche Alessia Scappini, Coordinatore Ambiente di Confservizi Cispel Toscana e Amministratore Delegato di Alia Spa: “E’ stata illustrata oggi una proposta industriale per l’economia circolare per la prima volta in Toscana con trasparenza e serietà numerica, consapevoli che per mettere in atto economia circolare serve simbiosi industriale. La gestione dei rifiuti è un impegno collettivo a 360°, dove necessariamente devono essere coinvolti tutti gli attori, gestori, soggetto regolatore, cittadini/utenti, sistema politico, sistema del riciclo, sistema imprese, consorzi di filiera. I dati confermano la ferma volontà delle aziende di gestione ambientale della Toscana di non sottrarsi alla sfida dell’economia circolare ma di esserne protagoniste, definendo un’ipotesi industriale di gestione dei rifiuti, a partire dai know how, dalle competenze e dalla radicata conoscenza di questo territorio che le contraddistingue. Se volessimo dirla con altre parole, quello che abbiamo realizzato, è un compendio, un piccolo ma grande Bignami che, partendo dall’analisi di tutte le matrici raccolte e dai dati del recupero e del riciclaggio, definisce le potenzialità e gli investimenti da mettere in atto per rafforzare le filiere del riciclo in Toscana, traguardando in anticipo gli obiettivi delle direttive europee, penso ad esempio agli impegni di riciclo fissati al 55% nel 2025, da portare al 65% nel 2030. Le nostre aziende – prosegue Scappini – sono impegnate nella costruzione di modelli di economia circolare, basate sul potenziamento massimo delle filiere del riciclo. I nostri sforzi sono orientati, e lo saranno sempre di più, nel miglioramento della qualità dei materiali raccolti, anche attraverso la promozione di un piano di comunicazione integrato a livello regionale che ponga i cittadini ed i loro bisogni informativi al centro, orientandoli verso i temi del consumo consapevole e delle buone pratiche ambientali. Parimenti, stiamo investendo nell’innovazione impiantistica corrispondente ai modelli di bioeconomia ed ecosostenibilità più avanzati, valorizzando al massimo i rifiuti raccolti. Per concludere, questo sistema a rete per la gestione dei rifiuti, che coinvolge una pluralità di attori, deve necessariamente avere un orientamento comune verso obiettivi e valori condivisi, per cogliere insieme quella che è davvero un’opportunità di crescita e sviluppo per il nostro territorio”.
La proposta presentata al Fuligno dal Prof. Lubello prevede la realizzazione degli impianti di riciclaggio (digestori anaerobici, compostaggio, piattaforme di valorizzazione, centri di riciclo, fabbriche di materia, adeguamento dei TMB), e sollecita la Regione a definire scelte chiare per la gestione di scarti del riciclo e rifiuti non riciclabili, stimati al 2030 in 600,000 tonnellate circa. Il parco progetti esistente è più che sufficiente per soddisfare questo fabbisogno, ma il compito di dare una risposta è del pianificatore regionale.
Nel concludere, il presidente De Girolamo richiama tutti gli attori ad uno sforzo comune per raggiungere gli obiettivi di riciclo: “La comunicazione a cittadini ed imprese deve diventare un asset strategico per il settore, per ridurre frazioni estranee e migliorare la qualità dei materiali da riciclare. Occorre finanziare gli impianti di riciclo anche con i nuovi Fondi Strutturali Europei 2021-27, che dedicano molta attenzione all’economia circolare e alle sue infrastrutture. Occorre un quadro legale chiaro sia a livello nazionale che regionale, e decisioni di pianificazione e localizzazione di impianti. L’economia circolare può e deve diventare una delle leve di sviluppo economico della Toscana, che è già uno dei principali distretti del riciclo in Europa e può candidarsi a diventare un leader mondiale”.