Pistoiambiente ha con grande stupore preso atto del decreto di sequestro preventivo della discarica del Cassero ed appreso che la Procura della Repubblica, sulla base delle conclusioni dei consulenti tecnici dalla stessa incaricati, ha ricondotto l’incendio verificatosi nel luglio 2016 alle modalità di gestione dell’impianto e più precisamente al fatto che i rifiuti conferiti in discarica – non adeguatamente caratterizzati dal produttore – sarebbero stati (colposamente) accettati dal gestore in violazione dei criteri di ammissibilità e accettabilità previsti dall’AIA. Non è però dato comprendere quale sia il nesso causale fra l’accettazione di siffatti rifiuti e l’innesco dell’incendio, atteso che i consulenti del P.M. escludono che l’incendio possa essere stato appiccato da terzi per il solo fatto che non sono state rinvenute tracce evidenti in grado di comprovare la natura dolosa dello stesso. Circostanza questa che non pare davvero essere idonea a provare – a contrario – la natura colposa dell’incendio. Lo stupore è ancor più grande se si considera che le conclusioni cui sono pervenuti i consulenti del P.M., tanto in ordine alla causa dell’incendio quanto alle asservite violazioni dell’AIA, sono difformi da quelle rassegnate dall’Arpat nel corso degli anni e poi, più recentemente in data 11 gennaio 2017, proprio in relazione alla vicenda dell’incendio. L’Arpat, quale organo di controllo deputato alla verifica del rispetto delle prescrizioni dell’Aia, all’esito dei controlli svolti nel tempo non ha infatti mai ravvisato alcuna irregolarità nella gestione della discarica e nel rapporto di sintesi relativo all’anno 2016 ha anzi concluso che “non sono emersi elementi e/o circostanze riferite alla gestione dei rifiuti che possono aver facilitato l’accadimento dell’incendio” e che “la gestione del rifiuto in ingresso, dall’arrivo all’accettazione fino alla messa a dimora in discarica è risultata regolare”. Non va peraltro dimenticato che Pistoiambiente è stata autorizzata a riprendere i conferimenti in discarica con specifico provvedimento della Regione Toscana la quale, all’esito di una attenta istruttoria e di puntuali verifiche, non ravvisando profili di illeicità nella conduzione della discarica da parte da parte di Pistoiambiente, ha ritenuto sussistenti le condizioni per la ripresa dell’attività. La società ritiene pertanto che quanto affermato dai consulenti del P.M. sia il frutto di una loro “personale” interpretazione del dato normativo di riferimento (peraltro riferito al “produttore” dei rifiuti e non al soggetto destinatario degli stessi), e dunque di una errata valutazione della vicenda. In ragione di ciò respinge ogni addebito convinta che si possa chiarire ogni aspetto della vicenda processuale in corso; abbiamo conferito mandato ai nostri legali di presentare ricorso contro il decreto e svolgere ogni opportuna iniziativa. Pistoiambiente ha sempre operato correttamente rispettando le leggi in materia e l’AIA così come attestato da Arpat e Regione Toscana; dispiace quindi leggere che le autorità locali dubitino invece della gestione svolta dalla società. Siamo certi, a breve, di poter convincere anche loro e la magistratura.