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Comunicato Publiacqua risposta CSA Prato

“Non si comprendono le affermazioni del Consorzio Spurghisti Associati – afferma il Presidente di Publiacqua Nicola Perini – che, pertanto, appaiono provocatorie e pretestuose”.

Come ben sa anche il CSA, infatti, l’impianto di San Donnino non può ricevere i liquami provenienti dalle fosse biologiche perché le modifiche intervenute negli atti autorizzativi comportano criticità non superabili, se non che con l’investimento che Publiacqua sta progettando. Publiacqua sta infatti procedendo alla progettazione esecutiva degli interventi necessari e ha già acquisito i terreni dove realizzare le opere. La piattaforma verrà realizzata presso il Depuratore di San Colombano e permetterà di rispondere pienamente alle esigenze del territorio, garantendo tra l’altro un raddoppio della capacità di trattamento rispetto a quelle attuali di San Donnino, oltre che a garantire efficienza ambientale del trattamento.

La proposta di prendere in gestione San Donnino appare quindi provocatoria. Per rispettare i limiti di scarico previsti dalle autorizzazioni sarebbero infatti necessari, anche per le imprese del Consorzio, investimenti importanti e non coerenti con le tempistiche dichiarate dagli spurghisti stessi.

“Le problematiche che stiamo vivendo come Publiacqua – ricorda ancora il Presidente Perini – non sono gestionali ma autorizzative e quindi nessun gestore potrebbe fare meglio e in tempi più rapidi di quello che sta facendo Publiacqua”.

Stupisce inoltre che la polemica venga sollevata da quello stesso Consorzio che l’anno passato rifiutò di firmare un contratto che conteneva le revisioni prezzi dovute ai maggiori oneri di smaltimento fanghi sostenuti da Publiacqua. Revisione che, tra l’altro, non copriva gli aumenti dei costi di smaltimento: Publiacqua, nell’interesse generale e per non gravare sui cittadini, se ne assumeva in parte il costo.

Nei primi mesi del 2023 le ditte collegate al Consorzio hanno trovato quindi più vantaggioso conferire i liquami in altri impianti. Da gennaio ad aprile dell’anno in corso hanno infatti conferito presso l’impianto di San Donnino circa 8.800 tonnellate di liquami contro le 21.000 tonnellate dello stesso periodo del 2022, individuando quindi impianti ulteriori e diversi da quello di Publiacqua dove recapitare i liquami del territorio. “Non si comprende quindi quali siano le ragioni delle minacce contenute nella nota del CSA – si domanda infine Perini – probabilmente dettate da interessi diversi, anche se legittimi, da quelli dell’interesse collettivo e del bene ambientale dichiarati dal Consorzio nella stessa nota che risulta, quindi, di inaccettabile arroganza e banale semplificazione”.

 

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