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“Acque Superficiali e Potabilizzazione – La qualità della risorsa immessa in rete”

Regione Toscana e Publiacqua hanno presentato questa mattina “Acque Superficiali e Potabilizzazione – La qualità della risorsa immessa in rete”.

A presentare il volume Claudio Lubello, Professore ordinario del Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale dell’Università di Firenze e coautore del volume, Filippo Vannoni, Presidente di Publiacqua, Giovanni Paolo Marati, amministratore Delegato di Publiacqua. Presenti anche gli altri coautori del libro, Daniela Santianni, Responsabile del Laboratorio Publiacqua, e Giuseppe Cocchi, Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale dell’Università di Firenze, oltre ad Alessandro Mazzei, Direttore Generale dell’Autorità idrica Toscana.

“Acque Superficiali e Potabilizzazione” è il primo volume di una di una collana che Publiacqua ha deciso di realizzare per informare gli Amministratori, i Consiglieri Comunali ed i principali stakeholder dei 46 comuni dove la società opera su quelle che sono le caratteristiche principali del servizio erogato. Quali sono le fonti di approvvigionamento, qual è la qualità delle acque alla loro origine, quali processi di trattamento sono necessari perché questa acque possano poi essere distribuite alla popolazione dal pubblico acquedotto.

Una collana, quindi, ma soprattutto uno strumento di lavoro, di conoscenza e di trasparenza che, se in questo primo volume si sofferma come detto sul tema delle acque superficiali, nei prossimi tomi affronterà, tra gli altri argomenti, le acque di falda ed i processi di depurazione.

Le dichiarazioni:

Assessore all’Ambiente della Regione Toscana

“Devo prima di tutto ringraziare per tutto il suo lavoro Publiacqua che è un grande gestore del servizio idrico in Toscana. Il fatto che proceda in pubblicazioni di questa natura la dice lunga sulla responsabilità sociale che il gestore esercita nel voler rendere pubblici tutta una serie di dati su una tematica molto sensibile come quella dello stato di salute delle nostre acque. Una tematica su cui tra l’altro la Regione sta redigendo un piano per il quale il libro presentato oggi sarà di indubbia utilità”.

Giovanni Marati (Ammnistratore Delegato di Publiacqua)

“Publiacqua utilizza per circa il 75% risorsa proveniente da fonti superficiali ed il gestore lavora ogni giorno per rendere tale acqua potabile e di ottima qualità. Dietro questa trasformazione c’è tantissima attività di lavoro e di investimento. Lavoro di controllo sulla qualità delle acque, investimenti sugli impianti, sulle filiere di trattamento più adeguate ed un’opera di interconnessione tra sistemi acquedottistici, quella realizzata negli anni passati e che ha consentito a Publiacqua di superare le recenti siccità mantenendo una qualità alta del servizio. Nella collana di volumi che andiamo ad inaugurare oggi vogliamo dar conto di tutto questo”.

Alessandro Mazzei (Direttore Generale dell’Autorità Idrica Toscana)

“Sono molto felice di questa collana di volumi. Grazie a questo lavoro, infatti, i cosiddetti stakeholder di Publiacqua, cittadini/utenti, Sindaci ecc., possono adesso conoscere ancora meglio il ciclo idrico e la tecnologia che ci sta dietro. Un ciclo, cosa che non deve mai essere dimenticata, ad alta intensità di investimenti e che quindi merita davvero di essere approfondito e conosciuto per essere compreso meglio”.

 

Claudio Lubello (Professore ordinario del Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale dell’Università di Firenze)

“In questo volume abbiamo analizzato 46 impianti gestiti da Publiacqua che attingono risorsa da acque superficiali, quindi laghi, torrenti e fiumi. Abbiamo riportato i dati Arpat sulla qualità delle acque grezze ed i dati Publiacqua sulle acque trattate, e questo per rendere conto di tutte le azioni necessarie da parte del gestore per far si che questa trasformazione sia possibile. E’ un volume importante perché rende questi dati accessibili a tutti ed i prossimi volumi della collana, che tratteranno altri argomenti inerenti il servizio idrico, saranno strutturati sulla falsariga di questo”. 

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